Cause e rimedi della botrite in serra: il caso del basilico

La Botrite è una malattia causata da un fungo: Botrytis cinerea. Tale patogeno si manifesta sotto forma di muffa grigia in grado di colpire diversi tipi di colture, è molto comune su numerose colture frutticole, tra cui la vite ma è altrettanto dannoso nelle colture protette come pomodori, fragole, lattuga, piante ornamentali e canapa.
In questo articolo andremo ad approfondire come nasce e si sviluppa in serra questo fungo e analizzeremo il caso specifico del basilico.

I sintomi della botrite

Non è semplice diagnosticare una botrite; normalmente necrosi o imbrunimenti dei tessuti vegetali non dovrebbero mai essere sottovalutati, ma purtroppo molte volte la botrite viene confusa con altri tipi di marciumi.
Sulle giovani piantine in semenzaio causa imbrunimenti della base della pianta, delle foglie cotiledonari e del fusto a cui segue un marciume che può portare fino alla morte.

La botrite, generalmente, si palesa sotto forma di una soffice muffa grigia altamente contagiosa dalla quale si liberano – grazie a semplici correnti d’aria – nuvole di spore che possono contaminare piante vicine infettando in poco tempo l’intero ambiente.

Cause della botrite

La botrite in serra si manifesta principalmente laddove c’è una densità di piante molto elevata – piante troppo vicine- ed in particolare dove i livelli di umidità nella serra non sono controllati in modo adeguato.
L’umidità stagnante e la formazione di condensa creano ambienti poco salubri per le colture in quanto adatti alla formazione di muffe con gravi ripercussioni sulla sanità delle colture.
Le condizioni ottimali per il verificarsi delle infezioni di muffa grigia sono temperature di 15-20°C accompagnate da elevata umidità relativa (maggiore del 90%) e dal permanere per diverse ore (4-8) di un velo d’acqua sulla superficie degli organi della pianta.
Se vuoi leggere di più sull’importanza dei livelli di umidità nelle serre

La botrite sul basilico

Abbiamo incontrato Paolo Calcagno dell’omonima azienda agricola di Celle Ligure. Paolo oltre essere un amico ed un cliente è un noto produttore di basilico e da oltre 30 anni produce questa famosa e profumata pianta.
Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia e come negli anni ha deciso di risolvere/arginare questo problema.

Come si manifesta la botrite sul basilico?

“La botrite sul basilico si manifesta inizialmente con un primo ingiallimento della foglia. Se non si interviene in maniera tempestiva poi, le foglie diventano giallo scuro e poi nere con una conseguente perdita della produzione.
Sulla parte inferiore delle foglie, invece, si manifesta una polvere pelosa carica di spore infestanti di colore grigiastro che, con il passare del tempo, diventano sempre più scure e portano alla morte della pianta”.

Ha mai sofferto direttamente di questo problema ?  

Anche la nostra azienda è stata vittima in passato di questo problema; è fondamentale intervenire con urgenza nella prima fase altrimenti la produzione può essere compromessa nella sua totalità.

Pensa che sia meglio una soluzione preventiva attraverso l’installazione di un adeguato impianto di ventilazione o l’utilizzo di prodotti chimici come fungicidi?

La nostra azienda vanta una posizione geografica ottimale, situata a mezza collina beneficia di un ricambio d’aria naturale. Per questo motivo abbiamo deciso di abbinare la messa in funzione dei circolatori d’aria ACF che si sono rivelati la soluzione migliore per eliminare definitivamente il ristagno dell’umidità.

Quali benefici ha riscontrato con l’utilizzo del circolatore d’aria ACF?

Con l’installazione di ACF che distribuiscono in maniera uniforme il calore prodotto dai generatori di aria calda, si crea all’interno della serra una movimentazione d’aria ottimale e un ambiente ideale per far crescere in modo sano il nostro basilico ed eliminando praticamente tutta l’umidità e riducendo al minimo il rischio di botriti.

I rimedi alla botrite

Esistono vari modi per combattere la botrite, ma il più efficace rimane sempre la prevenzione.
Le serre sono ambienti in cui bisogna prestare moltissima attenzione all’equilibrio microclimatico e attuare semplici ed efficaci pratiche.
Vediamo insieme quali sono:

  • Controllare i livelli di umidità nell’aria
  • Evitare la formazione di condensa sulle piante
  • Effettuare costanti ricambi d’aria
  • Mantenere pulite le piante ed eliminare le parti già compromesse (anche le foglie morte)
  • Evitare di irrigare troppo e i ristagni d’acqua nel terriccio
  • Agevolare l’arieggiamento delle piante disponendole in modo opportuno

La soluzione di Termotecnica Pericoli

La movimentazione dell’aria riduce l’accumulo di umidità sulle piante. La ventilazione orizzontale meccanica prodotta da appositi circolatori d’aria favorisce una maggiore uniformità di temperatura nell’ambiente evitando la creazione di “cool spot” (zone fredde) dove è probabile la formazione di condensa.

Circolatori d’aria di piccole dimensione come gli ACF apportano la giusta quantità di aria sulle coltivazioni senza interferire sul loro scherma termico anzi, accarezzandone dolcemente le foglie e irrobustendone gli steli.

 

Ringraziamo il Dott. Andrea Minuto – Responsabile scientifico del CERSAA di Albenga per la revisione dei testi.